Legge Salvini – Punti, riflessioni e collegamenti col territorio di Novara

  • Marzo 17, 2019 09:00

Il decreto “Salvini” in materia di sicurezza e immigrazione è legge dello stato dal 1 dicembre 2018. Si pone in totale continuità con i provvedimenti adottati dai governi precedenti: esiste un filo diretto che lega le politiche di Marco Minniti – e della legge che porta il suo nome insieme a quello dell’ex collega Andrea Orlando – (ministri dell’interno e della giustizia del governo Gentiloni) e quelle di Matteo Salvini. Entrambe le leggi sono state approvate con il ricorso alla fiducia in entrambe le camere.

La legge conferma quanto introdotto dalla Minniti: il rafforzamento dei poteri per sindaci, prefetti e questori tramite lo strumento del DASPO urbano al fine di tutelare l’ordine pubblico e il decoro urbano. Strumento che consente non solo di multare ma anche di allontanare o di proibire l’accesso ad alcune zone della città a persone che potrebbero mettere a rischio i cittadini o il decoro urbano

È immediato il collegamento tra questa parte di legge e alcuni punti del regolamento di polizia urbana della città di Novara approvato poco prima dell’entrata in vigore della Salvini. Nel regolamento approvato dalla giunta leghista si parla ad esempio di “comune senso del pudore”, concetto che lascia spazio ad assoluta discrezionalità e interpretazione personale. Ecco che quindi, forti del potere che la legge dà, nei mesi scorsi sono state allontanate persone che chiedevano l’elemosina. Il comune senso del pudore, soggettivamente interpretato, si unisce al DASPO urbano. Inevitabile pensare quanto il regolamento della città di Novara sia stato costruito sulla base del Decreto che di lì a pochissimo sarebbe stato approvato.

SICUREZZA: cosa prevede la legge

  • Piano sgomberi: da effettuare entro 60 giorni dal censimento, anche con l’impiego di forze dell’ordine.
  • Pene elevate, multe e reclusione per chi occupa abusivamente immobili (fino a 2 anni se i responsabili sono più di 5, fino a 4 anni per promotori e organizzatori).
  • Aumento di risorse economiche alla Polizia.
  • Sperimentazione di armi ad impulsi elettrici (taser) da parte della polizia municipale in comuni oltre i 100.000 abitanti previa adozione dell’apposito regolamento comunale (Novara è stata la prima città a chiedere e ottenere la sperimentazione di sei mesi, come previsto dal nuovo regolamento).
  • DASPO urbano (già introdotto dalla legge Minniti): prevede la possibilità di decidere di multare, allontanare o proibire l’accesso ad alcune zone della città, anche mercati (nel regolamento comunale novarese sono addirittura elencati i nomi delle vie cittadine nelle quali sono vietati alcuni comportamenti). Nell’articolo 7 si parla infatti di “aree urbane di particolare rilevanza ove opera l’ordine di allontanamento”. I confini entro i quali si deve avere un comportamento “decoroso” sono ben delineati, come a dividere la città in aree di serie A e aree di serie B. Una discriminazione nella discriminazione.
  • Reintroduzione del carcere per il reato di blocco stradale (depenalizzato nel 1999), punito con la reclusione da 1 a 6 anni (e le pene sono raddoppiate se il fatto è commesso da più persone, anche non riunite, oppure se è commesso usando violenza o minaccia alle persone o violenza sulle cose).
  • Sanzione amministrativa da 1.000 a 4.000 euro a chi impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Quando il comportamento si inserisce all’interno di una manifestazione organizzata o promossa da persone fisiche o giuridiche, la medesima sanzione prevista per l’autore materiale si applica anche ai promotori e agli organizzatori (facile scorgere nei picchetti dei lavoratori l’obiettivo).

IMMIGRAZIONE: cosa prevede la legge

  • Revoca dello status di protezione internazionale qualora si commettano reati (che sono stati aumentati dal nuovo regolamento) che annullano la sospensione della richiesta di asilo politico dopo la sola condanna in 1°grado, portando all’espulsione immediata.
  • Cancellazione del permesso di soggiorno umanitario: il permesso di soggiorno umanitario, insieme all’asilo politico e alla protezione sussidiaria, era una delle forme che poteva essere riconosciuta ai richiedenti asilo. Tale permesso finora durava 2 anni e dava diritto all’accesso al lavoro, alle prestazioni sociali e all’edilizia popolare. Con la legge Salvini invece la norma cambia e introduce una serie di permessi speciali concedibili dalle autorità italiane solo per i seguenti motivi: protezione speciale (1 anno), condizioni di salute gravi (1 anno), calamità naturale nel paese d’origine (6 mesi).
  • Diminuzione delle risorse economiche destinate alla gestione dell’accoglienza.
  • Aumento delle risorse economiche destinate ai rimpatri. Con la nuova legge sono stati stanziati 500.000 euro nel 2018, 1,5 milioni nel 2019 e 500,000 per il 2020. Secondo le stime il costo di ciascun rimpatrio può aggirarsi tra i 4.000 e i 10.000 euro per cui aggiungere le suddette ingenti risorse economiche significa poter effettuare 875 rimpatri in più in 3 anni.
  • Trattenimento nei centri per il rimpatrio: la legge aumenta il tempo massimo nel quale le persone migranti possono essere obbligate a rimanere nei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR, introdotti dalla Minniti). Si passa da 90 a 180 giorni.
  • Revoca della cittadinanza: se una persona viene ritenuta un possibile pericolo per lo Stato, è ora possibile revocarle la cittadinanza italiana. Inoltre la domanda di cittadinanza può ora essere rigettata anche nei confronti di persone che hanno sposato un cittadino o una cittadina italiana.
  • Revoca del patrocinio gratuito per un migrante nel caso in cui la sua richiesta di protezione umanitaria sia ritenuta inammissibile.
  • Depotenziamento del sistema Sprar: la legge Salvini provvede a depotenziare la cosiddetta “accoglienza diffusa”, gestita dai comuni nei piccoli centri che ospitano i migranti. Tali centri infatti non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma solo minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione umanitaria. Ciò significa che non ospiteranno più richiedenti asilo che dovranno essere trasferiti nei centri di accoglienza ordinari, dove attenderanno le decisioni sulle loro domande senza svolgere particolari attività o corsi.

 

(Il presente compendio ha esclusivamente funzione riassuntiva volta a illustrare la continuità tra governi apparentemente di differente colore e la complementarità con il regolamento di polizia urbana adottato dalla giunta novarese. A cura di CAN Comitato Antifascista Novarese)