Antifa ieri, oggi, domani contro tutti i fascismi

  • Aprile 24, 2019 09:00

Il 25 aprile si celebra la vittoria della resistenza antifascista e la fine della tragica pagina scritta dal nazifascismo, ma soprattutto si ricorda la lotta contro la miseria, la fame e le costrizioni prodotte ed esercitate da quel regime.
La resistenza non nacque dal nulla nel 1943, fu un lavoro decennale di molti militanti comunisti, anarchici, socialisti, cattolici che, negli anni delle leggi razziali, delle violenze contro gli avversari politici, della messa al bando delle attività sindacali operaie, dell’oro e dei figli per la patria, iniziarono la lotta clandestina contro il fascismo e i suoi sostenitori, il potere economico dell’epoca.
Oggi ci stiamo rapidamente avvicinando a simili condizioni.
La repressione sempre maggiore verso ogni forma aggregativa che non risponda a logiche commerciali ricorda gli attacchi alle case del popolo di un secolo fa.

Allora il confino per gli antifascisti, oggi le denunce, tra cui accuse gravi e pretestuose di terrorismo, la sorveglianza speciale (obblighi di firma, fogli di via, avvisi orali, coprifuoco nelle ore notturne), la detenzione ai domiciliari o nelle carceri.
Le nuove “squadracce”: i vari gruppi di destra, sostenuti e sdoganati dalla politica e protetti dalle forze dell’ordine.
Si ripropongono logiche di sfruttamento, oppressione e violenza nei confronti della donna, relegata al ruolo di procreatrice subordinata destinata a svolgere attività di cura; l’insofferenza per qualsiasi modo di esprimere sé stessi/e che non sia quello propagandato come “corretto e normale”, gli attacchi alla comunità LGBTQIA+ sono l’espressione diretta della proposta di legge Pillon.
Allora come oggi: attacco e taglio al sistema di protezione sociale, ai diritti sociali e alla cura, repressione delle lotte dei lavoratori e lavoratrici e dei movimenti tramite la legge Salvini, la quale, sulla scia di quanto prodotto dalla precedente legge Minniti, ministro dell’interno del Partito Democratico, rafforza i CPR – carceri a tempo indeterminato per migranti – e l’istituto del DASPO urbano, vera guerra dichiarata ai poveri e a chi si auto-organizza per resistere a questo sistema escludente.

Non è esagerato il paragone con i campi in Libia
– voluti e sostenuti dai governi a maggioranza PD, in cui i migranti vengono detenuti in condizioni terribili, sono l’Auschwitz dei nostri giorni. Non pare essere lontani da una reintroduzione delle “leggi razziali”.
La parola “resistenza” deve declinarsi nel presente prima che gli eventi ci riportino alle tragedie passate. Resistenza oggi è impedire che tutto questo passi sotto silenzio.
Nessuno deve rimanere senza una fonte di sostentamento decente, senza un tetto dove ripararsi o un porto dove approdare; deve essere rispettata e garantita la libertà di esprimere la propria personalità o di decidere se e chi amare e con chi procreare.
La libera realizzazione del singolo è condizione per la libera realizzazione di tutti.

CAN Comitato Antifascista Novarese

Collettivo Marielle Novara

Circolo Zabriskie Point

NovarArcobaleno