Un anno di regolamento di polizia urbana, un anno di DASPO, un anno di guerra ai poveri

  • Novembre 16, 2019 11:09

In questi giorni si è “festeggiato” il primo compleanno del regolamento di polizia urbana varato dall’Amministrazione Comunale con delibera n° 6 del Consiglio il 31 ottobre 2018.

Il 7 novembre 2019 l’assessore alla sicurezza Luca Piantanida ha escluso modifiche (a suo tempo ipotizzate a causa delle polemiche rimbalzate sui media nazionali, molto spesso per motivi sbagliati e con letture superficiali): «Per adesso non ce ne saranno, non ne vediamo i motivi. Il regolamento viene applicato, ha prodotto i risultati per i quali era stato pensato, cioè sanzionare i comportamenti che arrecano disturbo. Dal 1° gennaio al 12 ottobre le violazioni accertate sono state 829». Mentre il comandante della polizia locale Pietro Di Troia sottolinea che il numero di sanzioni è più che raddoppiato rispetto alla media del triennio precedente.

Abbiamo chiesto e ottenuto la lista delle violazioni dal 1 gennaio al 12 ottobre. Dalla interrogazione informatica ci comunicano non essere possibile dedurre se le violazioni sono state commesse in area DASPO – che riguarda solo alcune zone della città -, ma leggiamo poco meno di 600 “violazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’ordine di allontanamento di cui all’art. 10 comma 1 del D.L. n.14/2017 se accertate nelle aree urbane definite dall’art. 7 del Regolamento di polizia Urbana.”

Con motivazioni quali “BIVACCAVA, ABBANDONAVA RIFIUTI, SI SDRAIAVA SULLE PANCHINE UTILIZZANDOLE IN MODO IMPROPRIO OD IMPEDENDONE L’USO AD ALTRE PERSONE OCCUPANDOLE CON INDUMENTI OD OGGETTI PERSONALI” (Articolo 11 Comma 2 Sicurezza Urbana). Tradotto: era pover@.
Oppure “SI SEDEVA O SDRAIAVA SULLA SOGLIA DI EDIFICIO PUBBLICO, CHIESA, ATTIVITA’ COMMERCIALE O ABITAZIONE PRIVATA”. Tradotto: era pover@

Piantanida parla di “sanzionare i comportamenti che arrecano disturbo”. Già. In una città che conosce speculazioni in varie zone del proprio territorio, la voce grossa va fatta sempre con i più deboli. Questa è la loro sicurezza. Al comandante della polizia locale che probabilmente si compiace dell’aumento esponenziale del numero di sanzioni rilevate rispondiamo che il giorno in cui il respirare gratis sarà considerato comportamento arrecante disturbo le sanzioni si moltiplicheranno per mille, un milione, un miliardo. Come i comportamenti “criminosi” li fanno le leggi criminogene, così quelli che criminosi non sono ma solo “disturbanti” vengono rilevati dai regolamenti che fanno del decoro inteso come guerra ai poveri l’unico faro di riferimento.

Per noi il Regolamento di Polizia Urbana non merita l’attenzione divertita delle cronache nazionali risalente a un anno fa, quando una lettura colpevolmente superficiale portò Novara ad essere dipinta come un buco di bigotti che in nome del “comune senso del pudore” voleva vietare gli abiti succinti. Di nulla del genere si parla in questo insieme di articoli – solo di poche settimane precedenti il primo decreto Salvini (ancora in vigore, ricordiamolo!) -: mentre a “comune senso del pudore” si faceva seguire il paragrafo concernente i negozi di cucina etnica.

Novara non è bigotta, o non solo forse, Novara è razzista, Novara è escludente, Novara ha dichiarato guerra agli ultimi, a chi non ha nulla o quasi. Se questo sia per convincimento o per opportunismo politico è questione che non ci riguarda e che non troviamo importante: chi si comporta e governa da razzista è razzista.

[le dichiarazioni sono tratte dall’articolo de La Stampa Novara del 8/11/2019 https://www.lastampa.it/…/regolamento-di-polizia-urbana-dop…]