Comunicato dopo il 1 maggio torinese

  • Maggio 2, 2019 18:00

Alcun@ tra noi hanno partecipato alla manifestazione torinese del 1 maggio nello spezzone dei movimenti a sostegno della lotta NO TAV. Ci siamo presi un giorno prima di scrivere non perché fosse necessaria particolare analisi sulla giornata, ma per dare una prospettiva di più ampio respiro senza essere inghiottit@ dal vortice di false notizie cui si cerca di rispondere con i fatti reali, foto, video, testimonianze (i presunti “lanci” contro la polizia che non hanno lasciato la minima traccia né su video, né per strada: forse lanci di aria…). I fatti sono ormai noti e piuttosto lineari: come consuetudine, le forze dell’ordine hanno sbarrato fin dalle prime ore del mattino la strada allo spezzone dei movimenti, frapponendosi all’imbocco di Via Po dietro alle bandiere di PD, PRC, SI, la SINISTRA, ARCI etc e facendo “filtro” anche sotto i portici.

In questo contesto sono partite le prime manganellate che hanno ferito un compagno reo di indossare la maglietta con effigie di Federico Aldrovandi (https://www.facebook.com/infoaut.org/videos/2304738849809313/)
Poco oltre, il servizio d’ordine del PD (picchiatori assoldati) ferisce con una cinghiata al volto un compagno (https://youtu.be/4qS12k__3BY) – patetico il tentativo di rallentare il corteo con la finta del furgone in panne -.
Si avanza e si arriva in via Roma, in prossimità di piazza San Carlo. Qui, come mostrato da numerosissimi filmati (tra cuihttps://youtu.be/ATMzGLGl0hI), la polizia carica violentemente il corteo, senza preavviso e senza alcun pretesto plausibile. Una carica di decine di metri nella quale rimangono ferit@ vari compagn@, tra cui l’Avv.to Gianluca Vitale, cui vanno tutta la nostra attiva solidarietà e affetto per il costante impegno politico sia come professionista, sia come militante (qui il comunicato dell’ Associazione nazionale dei Giuristi Democratici http://www.giuristidemocratici.it/Comunica…/…/20190502132752).
Questa la nuda cronaca, rifiutiamo qualsiasi forma di “vittimismo”: si tratta di eventi consueti, che si ripetono a Torino e non solo. Chi frequenta la piazza ne conosce i meccanismi, chi più chi meno, e ne accetta le condizioni. Questo tuttavia non nega e non diminuisce minimamente la gravità dell’avvenuto, semplicemente ne nega il carattere di eccezionalità. In piazza San Carlo si è arrivat@ una volta che il potere cittadino e regionale (costituito da partiti – da Fratelli d’Italia al PD e oltre – e confederali) ha avuto il tempo per sbrigare la propria festicciola tra pochi intimi senza il fastidio di contestazioni e senza la spietata conta che avrebbe mostrato la loro totale minorità in quella piazza. Questa è la concezione democratica borghese, che accomuna il feroce Salvini ai teneri sedicenti alternativi del PD. Ricordiamo che il PD, in quanto tale e in quanto nuova forma del centrosinistra, e i sindacati confederali CGIL CISL UIL sono i veri artefici della distruzione dei diritti faticosamente acquisiti dai lavoratori. Non spendiamo parole per elogio di un’età dell’oro che mai fu: sottolineiamo però quanto quei poveri diritti guadagnati con le lotte (e che fecero erroneamente credere a un volto umano del capitalismo) siano stati spazzati via dai governi di centrosinistra con il benestare dei confederali. Dal quinquennio 1996-2001 durante il quale regnò una placida “pace sociale” a firma Cofferati – legge Treu che introduce il precariato -, fino al governo Renzi che spazza via l’articolo 18.
La congrega dei “SI TAV / SI LAVORO” con i propri slogan nati vecchi è costretta a sorreggersi con la benevola piaggeria dei media nazionali e non, subito pronti a fare da grancassa alle veline della questura e da megafono al proprio squittio altrimenti impercettibile.
Non ci piangiamo addosso, non lamentiamo una imparzialità di media che sappiamo bene essere asserviti e dai quali nulla ci aspettiamo: la nostra voce si alza dalle strade, si alza nella spietata conta dei numeri, da comapgn@ che ferit@ hanno proseguito per testimoniare ancora una volta col proprio sangue la paura che i partiti e i loro mandanti hanno del dissenso.
Un’ultima riflessione: un comitato antifascista non può che prendere posizione nei confronti di atteggiamenti palesemente fascisti. Ma chi è, in questo caso, il “fascista” contro cui essere “anti”? Non è solo il feroce e becero Salvini con la sua legge. È il partito sedicente democratico, sono i confederali, quelle forze che cercano, raschiando il fondo del barile, di portare al voto invocando il pericolo fascista: voi non siete la soluzione, voi siete gran parte del problema. Il vicepresidente del PD torinese è riuscito oggi a twittare: “I soliti teppisti #notav con #Askatasuna accompagnati da una nutrita flotta di consiglieri #5stelle hanno partecipato al corteo del Primo Maggio [maiuscolo, si noti] con un unico scopo: far abbandonare il corteo al#PDPiemonte. Poi la polizia gli ha fatto assaggiare i #manganelli… finalmente!”.